Il profilo dell’imprenditore perfetto è un tema riguardo al quale la bibliografia abbonda e per il quale ogni autore cerca modi eleganti per dire come l’imprenditore sia una persona determinata e di buone idee.
Vagando per la rete mi sono imbattuto in questo interessante articolo (in spagnolo) di un membro direttivo di un Venture Capital messicano il quale, forte della sua esperienza, cerca di analizzare gli imprenditori che gli sono passati “sotto” e li ordina in tre categorie.
Vi propongo la categorizzazione e vi chiedo di soffermarvi soprattutto sull’ultimo punto, sperando di accendere una discussione a riguardo.
In questa tipologia ricade colui che, ad esempio per la perdita del lavoro, si è trovato a dover diventare imprenditore. In questo cammino probabilmente perderà alcune competenze e ne acquisterà altre, con possibilità di avere buon successo.
Ovvero colui che fin da giovane è sempre stato il classico “traffichino” e che possiede un’enorme energia interna che lo tiene sempre attivo sia per risolvere problemi sia per ricercare nuove opportunità. Interessanti anche alcune opinioni circolanti nella Silicon Valley, riguardanti il come una persona possa “nascere imprenditore”. L’analisi parte dall’infanzia e lo sviluppo adolescenziale delle persone dove, tendenzialmente, si presentano almeno due fattori:
– una situazione familiare caotica o poco stabile
– la collaborazione, sin dalla tenera età, con uno dei genitori in attività che prevedano la risoluzione di problemi casalinghi oppure di hobbies (carpenteria, elettronica, cucina, ecc). Sembra che la presenza nell’infanzia di un imprenditore di attività volte alla risoluzione di problemi pratici, possa poi convertirsi in una capacità innovativa in grado di cambiare le carte in tavola.
Questa tipologia di persona, afferma l’autore, si rifugia nella carriera imprenditoriale per nascondere la sua capacità psicologica di adattarsi al mercato del lavoro e difficilmente possiede la maturità e la capacità (a differenza delle altre due categorie) per fare il salto da “start-up” – che Eric Ries in Lean Startup definisce come organizzazione temporanea al fine di trovare un modello di business scalabile – alla fase di impresa vera e propria, la quale è un’organizzazione strutturata e permanente tesa a soddisfare un’esigenza del mercato in cambio di una rendita per chi ci investa. Un eterno bambino in pratica.
Ti trovi d’accordo con questa categorizzazione? E tu, che tipo di imprenditore sei?
Peter Pan's Flight by Loren Javier via Flickr CC Attribution
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