Il 28 Marzo 2012 è terminata a Verona la 46° edizione di Vinitaly ed è stata un’edizione del tutto nuova rispetto alle precedenti in quanto la formula adottata è stata una formula che potremmo definire “business” nel senso che è stata orientata maggiormente alle imprese, espositori e buyer.
Tre giorni su quattro sono stati dedicati al business ed al pubblico è stato lasciato solamente un giorno (invece che due come succedeva nelle edizioni passate.)
La formula è stata decisamente accolta in maniera positiva dalle imprese e non ha però portato (come si temeva) ad un brusco calo delle presenze.
I visitatori totali del 2011 sono stati 150 mila mentre quest’anno ne sono stati registrati 140 mila ma si è decisamente puntato maggiormente sul lato impresa.
I visitatori esteri sono decisamente aumentati di numero portandosi ad un 35% delle presenze totali.
Cosa vul dire estero? Vuol dire USA, Canada, India, Sudamerica ma soprattuto vuol dire paesi asiatici con Cina in top.
Il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani ha sottolineato che
“il dato per noi più significativo è l’ingresso de buyer cinesi nella top ten dei visitatori internazionali e il consistente recupero anche degli operatori giapponesi.”
Il resto della top ten nell’esportazione dei nostri vini Italiani include anche Russia, Nord Europa, Francia e Germania.
Inoltre il presidente di Federvini, Lamberto Vallarino Gancia ha affermato
“E’ stato il Vinitaly dell’export.”
Eccellenza Italiana quindi riconosciuta a livello mondiale, buyer internazionali, professionisti del settore provenienti da tutta Italia per esporre i loro prodotti. Qualità la parola d’ordine.
Positivissimo il commento su Vinitaly 2012 anche da parte del mondo delle imprese Italiane espostitrici che sottolineano come questa fiera dei vini stia diventando sempre più professionale e competitiva.
Export quindi. Ma quanto vale l’export nazionale di vino?
Circa 4,4 miliardi di Euro (secondo un’elaborazione dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino.)
Se teniamo conto delle presenze internazionali di Vinitaly e dei numeri in euro collegati all’export ci possiamo rendere conto di come sia sempre più vitale per le imprese produttrici di vino “piazzare” i propri prodotti all’estero.
Ma in Italia e all’interno del nostro mercato? Non si vende più?
Il punto focale di questa questione risiede in un consumo medio procapite ridotto, è infatti stato sottolineato dalle elaborazioni dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino che nel 2010 consumavamo in Italia 40,7 litri procapite e le stime per il 2011 vedono questo dato in calo a 37,9 litri.
In Veneto c’è un modo di dire e suona così:
“L’acqua marsisse i pai” (L’acqua fa arrugginire i pali)
Teniamone conto in tutta Italia, aumentiamo l’export di vino ma anche la vendita nazionale.
Prosit.
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